Roundabout - un capolavoro progressivo con ritmi ipnotici e melodie orecchiabili
“Roundabout”, uno dei brani più iconici degli Yes, è una perla del rock progressivo degli anni ‘70, capace di intrigarti con i suoi cambi di tempo improvvisi, le armonie vocali complesse e l’uso magistrale della tastiera.
Gli Yes sono stati fondati a Londra nel 1968 da Jon Anderson (voce), Chris Squire (basso) e Peter Banks (chitarra). La formazione iniziale si completò con Tony Kaye alle tastiere e Bill Bruford alla batteria, dando vita ad un gruppo in grado di coniugare virtuosismo musicale con sperimentazione sonora.
Dopo aver pubblicato due album di discreto successo, “Yes” (1969) e “Time and a Word” (1970), la band decise di cambiare corso, abbandonando il sound psichedelico per abbracciare un approccio più complesso e progressivo. Questo cambiamento fu in gran parte dovuto all’arrivo del chitarrista Steve Howe, famoso per il suo stile raffinato e tecnico.
Fu proprio con questa nuova formazione che gli Yes registrarono “Fragile” (1971), l’album che li consacrò come una delle principali band del rock progressivo internazionale. “Roundabout”, la traccia di apertura dell’album, divenne immediatamente un successo globale grazie alla sua struttura unica e alle sue melodie orecchiabili.
La canzone inizia con un riff di chitarra acustica ipnotico, seguito da un crescendo di tastiere che introduce la voce potente di Jon Anderson. Il brano si snoda attraverso diverse sezioni, con cambi di tempo repentini e assoli strumentali virtuosistici. La sezione centrale, caratterizzata da un ritmo incalzante e dalle armonie vocali complesse, è una vera e propria gioiello musicale.
Sezione | Descrizione |
---|---|
Introduzione | Riff di chitarra acustica ipnotico che introduce il brano. |
Primo verso | Melodia orecchiabile cantata da Jon Anderson con accompagnamento di tastiere e basso. |
Ritmo incalzante | Sezione centrale con un ritmo sostenuto, assoli di chitarra e tastiera virtuosistici e armonie vocali complesse. |
Ponte | Cambio di tempo improvviso che introduce una sezione più intimista e riflessiva. |
Ritornello finale | Ripresa della melodia principale con l’aggiunta di cori potenti. |
Il testo di “Roundabout”, scritto da Jon Anderson, racconta di un viaggio immaginario attraverso diversi paesaggi e stati d’animo. Le parole poetiche e evocative, unite alle musiche suggestive, creano un’esperienza sensoriale unica per l’ascoltatore.
Gli Yes continuarono a pubblicare album di grande successo negli anni ‘70, tra cui “Close to the Edge” (1972) e “Relayer” (1974), consolidando il loro status di pionieri del rock progressivo.
L’eredità musicale di “Roundabout”:
“Roundabout” rimane una delle canzoni più amate e conosciute degli Yes, un brano che ha attraversato le generazioni e continua ad ispirare musicisti e ascoltatori di tutto il mondo.
Il suo successo è dovuto alla sua struttura unica, alle melodie orecchiabili, ai virtuosismi strumentali e al testo poetico.
“Roundabout” è una vera e propria pietra miliare del rock progressivo, un brano che dimostra l’immenso talento di questa band visionaria. Ascoltarlo oggi significa immergersi in un mondo musicale ricco di sfumature, emozioni e virtuosismo, un viaggio sonoro indimenticabile.